Poesie (Fantoni)/Odi/Libro I/XXIX. Su lo stato d'Europa nel 1787

XXIX. Su lo stato d'Europa nel 1787

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XXIX. Su lo stato d'Europa nel 1787
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XXIX

Su lo stato d’Europa nel 1787

     Cadde Vergennes: del germano impero
l’eroe vecchiezza nella tomba spinse:
Pace smarrita coprì il volto, e cinse
Marte il cimiero.

     5Rise Discordia; non chiamato auriga
saltò sul carro apportator di guerra,
e con un guardo misurò la terra
dalla quadriga.

     — All’armi, all’armi! — con sembiante orrendo
10gridò sferzando i corridor fuggenti:
— All’armi, all’armi! — replicar le genti
stolte fremendo.

     D’allor, percossa da maligna sorte,
par che di sdegno tutta Europa avvampi:
15spira sui mesti abbandonati campi
aura di morte.

     Tinge di téma l’avvilita faccia,
scherno del Prusso, il Batavo discorde,
le labbra il Franco per vergogna morde,
20l’Anglo minaccia.

     Scende il Sabaudo, a nuovi acquisti intento,
sul contrastato rustico confine;
cinta d’olivo ancor Liguria il crine,
corre al cimento.

     25Guata la Grecia, e nuove schiere appresta
l’adriaca donna all’auspurghese invito,
mentre di Libia fulminando il lito
l’ire ridesta.

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     Gli antichi duci sul Tibisco aduna
30dell’Istro il forte, e i gran pensieri occulta:
dal freddo Ponto Caterina insulta
l’odrisia luna.

     Impugna l’asta e alfin prorompe, all’onte
fremendo, il Trace al minacciato danno:
35le bende al molle oriental tiranno
tremano in fronte.

     Per pochi lustri ancor duci e tutori,
re dell’oppressa umanitá che langue,
dal crin togliete, di paterno sangue
40lordi, gli allori.

     Ma, aimè, d’estinti la campagna è piena!
Veggo chi spira, e chi rivolto al cielo...
Musa, ricopri di pietoso velo
l’orrida scena.