Poesie (Eminescu)/XLVII. Un sol desiderio mi resta

XLVII. Un sol desiderio mi resta

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Mihai Eminescu - Poesie (1927)
Traduzione dal rumeno di Ramiro Ortiz (1927)
XLVII. Un sol desiderio mi resta
XLVI. O mamma XLVIII. Dall’onde del tempo

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XLVII.

UN SOL DESIDERIO MI RESTA....


Se, fra non molto, m’addormenterò
   nella notte dell’oblio,
portatemi a seppellire in silenzio
   sulla riva del mare.

5Non voglio ricco fèretro,
   fiaccole nè bandiere,
ma intrecciatemi un letto
   di giovani rami.

Mi sia lene il sonno,
   10e il bosco accanto,
risplenda un ciel sereno
   sullo specchio dell’acque:

dell’acque che in profondo dolore
   s’ergono contro le sponde,
15e appendersi vorrebbero agli scogli
   con braccia di flutti;

e s’innalzano, ricadono
   e mormorano sempre,
20mentre sui boschi d’abete
   scivola la luna.

E che nessun superstite
   mi pianga al capezzale,
ma dia voce la Morte
   al secco fogliame;

25lieve passi nel vento
   la Sapientissima
e il sacro tiglio versi
   fiori su me.

Poi che non sarò più ramingo
   30da quel giorno in poi,

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e, pietosi, mi seppelliranno
   i miei ricordi,

e gli astri d’argento, che sorgono
   nell’ombra dei rami d’abete,
35torneranno allora a sorridermi,
   e ad essermi amici.

Poi che sapranno che non soffro più
   del dolore del mondo,
mentre cresceran le liane
   40sul mio sepolcro ignoto.