Poesie (Eminescu)/XLVII. Un sol desiderio mi resta
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XLVII.
UN SOL DESIDERIO MI RESTA....
Se, fra non molto, m’addormenterò
nella notte dell’oblio,
portatemi a seppellire in silenzio
sulla riva del mare.
5Non voglio ricco fèretro,
fiaccole nè bandiere,
ma intrecciatemi un letto
di giovani rami.
Mi sia lene il sonno,
10e il bosco accanto,
risplenda un ciel sereno
sullo specchio dell’acque:
dell’acque che in profondo dolore
s’ergono contro le sponde,
15e appendersi vorrebbero agli scogli
con braccia di flutti;
e s’innalzano, ricadono
e mormorano sempre,
20mentre sui boschi d’abete
scivola la luna.
E che nessun superstite
mi pianga al capezzale,
ma dia voce la Morte
al secco fogliame;
25lieve passi nel vento
la Sapientissima
e il sacro tiglio versi
fiori su me.
Poi che non sarò più ramingo
30da quel giorno in poi,
e, pietosi, mi seppelliranno
i miei ricordi,
e gli astri d’argento, che sorgono
nell’ombra dei rami d’abete,
35torneranno allora a sorridermi,
e ad essermi amici.
Poi che sapranno che non soffro più
del dolore del mondo,
mentre cresceran le liane
40sul mio sepolcro ignoto.