Poesie (Campanella, 1938)/Scelta di alcune poesie di Settimontano Squilla/8. Delle radici de' gran mali del mondo

8. Delle radici de' gran mali del mondo

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8. Delle radici de' gran mali del mondo
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Delle radici de’ gran mali del mondo

Io nacqui a debellar tre mali estremi:
tirannide, sofismi, ipocrisia;
ond’or m’accorgo con quanta armonia
Possanza, Senno, Amor m’insegnò Temi.
Questi principi son veri e sopremi
della scoverta gran filosofia,
rimedio contra la trina bugia,
sotto cui tu piangendo, o mondo, fremi.
Carestie, guerre, pesti, invidia, inganno,
ingiustizia, lussuria, accidia, sdegno,
tutti a que’ tre gran mali sottostanno,
che nel cieco amor proprio, figlio degno
d’ignoranza, radice e fomento hanno.
Dunque a diveller l’ignoranza io vegno.

Perché l’autore scrisse in Metafisica i tre primalitá o proprincipi (ché cosí chiama la Potenza, la Sapienza e l’Amore); e tutti i mali del mondo pendono dalla tirannide, falsa possanza, e dalla sofistica, falsa scienza, e dall’ipocrisia, falso amore, dice che Temi con ragione gl’insegnò questa filosofia nuova. Themis è la dea della giustizia, che dava li oracoli in Grecia, secondo scrive Ovidio, e si piglia per la sapienza divina. «Trina bugia» sono qui detti tre mali oppositi alla Trinitá metafisicale e teologale; e son piú nocivi che la impotenza, ignoranza ed odio, opposti e manifesti vizi. E, perché «omnis peccans est ignorans in eo quod peccat», secondo i filosofi e teologi; e da questa ignoranza, che par sapienza di stato, nasce l’amor proprio, ch’è cieco, radice e fomento di tutti peccati, come dalla vera sapienza l’amor oculato, quia «ignoti nulla cupido»: però egli, svellendo l’ignoranza, fa conoscer i veri vizi e le vere virtú, ed a questo fine è nato ogni savio. Onde Salomone: «In multitudine sapientum sanitas orbis terrarum».