Poesie (Campanella, 1938)/Scelta di alcune poesie di Settimontano Squilla/71. Sonetto nel Caucaso
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71
Sonetto nel Caucaso
Temo che per morir non si migliora
lo stato uman; per questo io non m’uccido:
ché tanto è ampio di miserie il nido,
che, per luogo mutar, non si va fuora.
I guai cangiando, spesso si peggiora,
perch’ogni spiaggia è come il nostro lido;
per tutto è senso, ed io il presente grido
potrei obbliar, com’ho mill’altri ancora.
Ma chi sa quel che di me fia, se tace
Omnipotente? e s’io non so se guerra
ebbi quand’era altro ente, overo pace?
Filippo in peggior carcere mi serra
or che l’altrieri; e senza Dio nol face.
Stiamci come Dio vuol, poiché non erra.
Conforto infelice del corporeo senso atterrito dalla ragione, che non si uccida pensando scampare i guai, contra Seneca ed altri, che la morte chiamano «quiete», non sapendo che cosa è senso.