Poesie (Campanella, 1938)/Poesie postume/III. I Canti del carcere/30. Sonetto alla signora Olimpia

30. Sonetto alla signora Olimpia

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30. Sonetto alla signora Olimpia
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Sonetto alla signora Olimpia

Donna, ch’Olimpia, dal monte onde Giove
e ’l cielo stesso il suo nome riceve,
degnamente sei detta, il camin greve
di tanta altezza a disperar mi muove.
Poi dal tuo sommo un dolce fonte piove
d’umanitá, che fa agevole e breve
l’impresa immensa e la mia voglia lieve;
onde m’accingo a far le prime prove.
Picciolo don ti mando, ma ben pegno
d’animo grande; onde virtú n’è vaga
tanto piú, quanto Amore nel suo regno.
Sul monte Olimpo un picciol ramo paga
d’oliva i vincitor, trionfal segno:
tu, ch’in te vinci me, cosí t’appaga.