Poesie (Campanella, 1915)/Poesie postume/IV. Rime amorose/19. Sonetto alla signora Maria

19. Sonetto alla signora Maria

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19. Sonetto alla signora Maria
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Sonetto alla signora Maria
[A istanza del medesimo]

D’amor ogetto e di bontá evidenza
«beltá» si dice, o bella ninfa mia:
bontá non c’è, si non ci è cortesia,
né amar si deve chi d’amor è senza.
Sei bella ed hai sovrana intelligenza
dell’amorosa legge; e perché pia
non mi ti mostri? T’appellan «Maria»,
nome di gran pietá: dov’è l’essenza?
Deh! non si dichi mai che ’l volto, il nome
belli ritenghi sol, l’alma, gli effetti
contrari essendo, ch’io creder nol voglio.
Se mi reputi indegno di te, come
pria mi degnasti? Dunque uopo è ch’aspetti
nova arte di pietate al mio cordoglio?