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XV XVII


 
O benigno Signore,
la tua misericordia in me discenda,
e guarda mi difenda
da quel che dal ciel cadde per suo errore.

5La mia fragilità mi strigne tanto,
che mi fa torto andare;
fammi fuggire il ben, seguire el pianto;
però ti vo’ pregare,

Gesù, che perdonare
10ti piaccia a me come alla Madalena.
Salvami d’ogni pena
del crudo inferno, ov’è tanto dolore.

O dolce Gesù mio, quando risguardo
nella tuo passíone,
15con sospir piango, strido, triemo e ardo
pien d’ogni aflizíone!

Come al centuríone
tu liberasti el suo servo languente,
così me dal dolente
20inferno salva, dov’è tanto dolore.

Libera me dalla mort’aspra e dura,
com’a Lazar facesti,
quattro dì stato nella sepultura,
ch’a vita e’ riducesti;

25e come tu rendesti
a quella vedovella el figliol morto,
così del camin torto
libera me, clemente Creatore.

Gesù, i’ sono alla piscina istato
30gran tempo in gran difetto:
aiutami, Gesù, ch’i’ sia sanato
e ponti nel mie letto;

apremi l’intelletto
come apristi la via al nato cieco,
35acciò che sempre teco
i’ sia della tuo gloria confessore.

Mondami, Gesù mio, com’el lebroso
decimo, el qual mondasti.
Ognemi e lava, Gesù grazíoso,
40come quel che trovasti

ferito, el qual sanasti;
dolce Gesù, o buon samaritano,
così colla tuo mano
libera me com’ogni adoratore.

45Come la Cananea tu liberasti
pella suo gran virtù,
come la poverella mestrìata
liberasti, Gesù,

libera me, ché più
50durar non posso in questi gravi affanni
del mondo pien d’inganni,
pien di peccati e pien d’ogni sozzure!

Fammi trasfigurar teco in Taborre
e ’n Galilea passare,
55fammi da soccombente in sul fior porre,
e con gli altri cibare

menami a lavorare
nella tuo vigna, e menami al convito,
ma ch’io venga vestito,
60per modo che cacciato i’ non sie fuore.