Poemetti italiani, vol. XII/Gl'editori
Questo testo è completo. |
◄ | Poemetti italiani, vol. XII | Indice generale | ► |
GL’EDITORI
Nel chiudere col duodecimo volume la presente raccolta di Poemetti italiani, vogliamo avvertiti i Leggitori nostri, che siamo assai lungi dall’immaginarci d’aver tutti radunati gl’ottimi Poemetti, che gl’italiani ingegni possano aver prodotti in ogni secolo fino ai dì nostri. Nè tale fu il nostro proposito nell’intraprendere la raccolta, nè può essere tale la nostra lusinga. Bensì fu nostro intento, come diffusamente spiegammo nella Prefazione, di raccogliere, e presentare agli Studiosi dell’italiana Poesia ne’ varj suoi generi, e metri alcune brevi, e separate lezioni, che a grado di chicchessia potessero compiersi ne’ momenti di riposo, che le più gravi cure di civili doveri permettessero a ciascheduno, e tanto non forse senza fondamento ci lusinghiamo d’aver ottenuto.
Molti ottimi Poemetti non vi saranno per avventura compresi, ma o questi non sono a nostra cognizione, che non arrossiremo confessare assai limitata, o alcuni morali riguardi, de’ quali la moderna filosofia non è per anco spogliata, ci hanno distolti dal volerli comprendere.
A noi basta, che la maggior parte dei raccolti Poemetti possa fra i buoni annoverarsi, persuasi, che chi dell’ottimo solo corre in traccia, soventi volte perde il buono, e trascorre nel pessimo.
Dobbiamo pure ricordare, che molti fra gli ottimi sono da noi trasandati a motivo solo della loro prolissità, che alla varietà propostaci in ogni volume riusciva contraria, e parendo a noi, che non fra i poemetti, ma nella classe de’ poemi assoluti si dovessero questi riporre. Per esempio la Coltivazione dell’Alamanni, le Giornate del Tasso, la Nautica del Baldi, la Caccia di Erasmo di Valvassone, il Canapajo del Baruffaldi, la Riseide dello Spolverini ec. e fra i nostri Piemontesi l’eccellente versione del Lettorile di Boileau scritta dal Conte di Cacherano per tal cagione escludemmo.
Forse non affatto deponiamo il pensiero di scorrer oltre per questa carriera, ma molte aspre circostanze ce ne ritirano per ora.
Ci resta ad impetrare dai Leggitori nostri indulgentissima venia agl’errori d’impressione. La difficoltà d’una esattissima correzione è nota a chicchessia. Ella crebbe per noi, che ad un solo ne dovemmo lasciare l’incumbenza, e questi ben soventi da più gravi occupazioni e da troppo cagionevole salute distolto non vi potè tutta quell’attenzione che si esigeva, portare.