Poemetti italiani, vol. V/Memorie di Giovanni Andrea Irico
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MEMORIE
DI
GIO. ANDREA IRICO
L’eruditissimo Gio. Andrea Irico nacque in Trino addì 20. Settembre 1703. da Giuseppe Maria Irico, ed Arcangela Massarola famiglie illustri di quella Città. Studiò umanità, e rettorica in patria, e filosofia in Torino, teologia a Casale, ove quantunque primogenito, si consacrò al celibato, ed ottenne il Sacerdozio. Conosciuto da Monsignor Radicati allora Vescovo di Casale il talento dell’Irico, per impegnarlo nelle erudite sue fatiche, gli conferì un Canonicato nella Collegiata di Livorno, che non obbligava alla residenza: ma essendo stato il prelodato Vescovo chiamato dal Pontefice Benedetto xiii. al Vescovado d’Osimo, l’Irico abbandonò Casale, e ritornò in patria ad insegnare umanità, e Rettorica; di là passò alla Collegiata di Livorno, a cui Monsignore Caravadossi con suo decreto aveva annesso la diurna officiatura. Da Livorno nel 1743. passò a Milano, e nella casa Archinto in qualità di Maestro del vivente Cardinale ove restò finchè l’Imperadrice Maria Teresa lo destinò a presiedere a quella Ambrosiana Biblioteca: impiego che per xxii. anni coprì.
S’ignora la cagione per cui abbia rinunciato a quest’impiego: si sa per altro, che ottenuta la Prevostura della Chiesa Parrocchiale, ed insigne Collegiata di S. Bartolomeo di Trino, ne prese il possesso il primo di Settembre 1764., ed ivi pieno di anni, di meriti, e di gloria, morì li 2. Marzo 1782.
Ecco la lapide che ne fu apposta al sepolcro.
AETER. MEM
JO. AND. IRICI. AMBR. COL. D
HUJ. ECCL. PRAEP
DE. ECCL. PATRIA. ET. REP. LITERAR
OPT. MER.
QUI AN. 78. M. 5. D. 6. OB. D. 2. MART
1782.
SUC. EJ. HOC. AM. ARG. D. G
EOD. AN.
L’Irico fu dotto Teologo, valente Oratore, buon Poeta, eruditissimo storico, ed antiquario.
Moltissime sono le opere inedite ch’egli lasciò morendo, fralle quali, la famosa sui riti Ambrosiani che conservasi nella succennata Biblioteca, e la storia tipografica di Trino. Le stampate più rinomate sono ha storia di Trino, le dissertazioni sopra S. Oulerio Abate sul culto di S. Evasio Vescovo di Casale, il codice di Celso illustrato, la pubblicazione del sacro codice degli Evangeli di S. Eusebio con eruditissime note illustrato, e di cui fu detto: scire piget post tale decus quid fecerit ante.