Poema paradisiaco/Hortulus Animae/Le tristezze ignote
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LE TRISTEZZE IGNOTE.
E sia pace al defunto.
Ma che soave odore!
Autunno, già nei vasi
fioriscon le viole!
5Ed ecco, al fine, il sole
sul davanzale è giunto.
Tra le mie dita, quasi
ha il liquido tepore
del latte appena munto.
10Sia pace a chi sofferse.
Oggi tutto è pacato.
Io non son triste, quasi.
Penso a tristezze ignote,
d’anime assai remote,
15ne la vita disperse.
Io non son triste, quasi.
Oggi tutto è pacato.
Sia pace a chi sofferse.
Le suore, a le finestre
20del convento, sul fiume
guardan passar le barche:
guardano mute e sole,
mute e digiune, al sole.
Giungono a le finestre
25(come tarde le barche!)
un odor di bitume,
un odore silvestre.
I prigionieri assale
un’ansia: falci lente
30falciano l’erba nuova,
a la prigione intorno.
Gli infermi (inclina il giorno),
pallidi sul guanciale,
ascoltano la piova
35battere dolcemente
l’orto de l’ospedale.