Piccolo mondo moderno/Capitolo settimo. In lumine vitae/IX
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In lumine vitae
IX
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IX.
Finito di recitare il rosario col marito, consigliatogli di prender sonno se poteva, accomodatogli il suo scialle sulle ginocchia, la povera vecchia marchesa si rincantuccia in un angolo della vettura chiusa e prega tuttavia. Prega per l’Elisa benchè non dubiti che sia in paradiso; e prega perchè Piero non s’inganni, perchè maturi una risoluzione che a lei pare quasi pazza. E pensa, pensa questa cosa incredibile, pensa che ne scriverà a don Giuseppe. La sua mente va mulinando disegni di avvenire per il genero, per il marito. Se lei morisse e Zaneto restasse solo! Lo colloca nella sua villa, colloca Piero nel quartierino ch’era disposto per l’Elisa, ordina la loro vita, fa e disfà combinazioni senza fine, ordisce, pure senza fine, sottili fila di complicati disegni che il vento notturno disperde, secondata dall’eguale monotono trotto dei cavalli, dalle scosse cadenzate delle sonagliere che paiono battere anch’esse una via senza fine, senza fine.