Pescatori d'Islanda/Parte III/Capitolo XIII

Capitolo XIII

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Pierre Loti - Pescatori d'Islanda (1886)
Traduzione dal francese di Carlo De Flaviis (1911)
Capitolo XIII
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Capitolo Tredicesimo.


Un giorno però a Paimpol, sentendo dire che la Maria stava per arrivare, si sentì presa da una specie di febbre.

Tutta la sua calma l’abbandonò; avendo terminato il suo lavoro bruscamente, senza saperne il perchè, si mise in istrada più presto del solito — e, nella strada — come ella si affrettava — lo riconobbe da lontano che le veniva incontro. Le sue gambe tremavano e le sentiva piegare.

Egli era là, già vicino, appena ad una ventina di passi, con la sua superba figura, i suoi capelli ricciuti sotto il berretto di pescatore. Non si aspettava quell’incontro, ed aveva paura di venir meno; sarebbe morta di vergogna. Poi se egli se ne fosse accorto.... E poi si credeva mal pettinata con un’aria stanca per aver fatto il suo lavoro molto presto, avrebbe dato non so che per essere nascosta fra i tuffi di ginestre.

Anche lui aveva fatto un movimento per indietreggiare, quasi per cambiare strada. Ma era troppo tardi, e s’incrociarono nella stessa strada.

Egli, per non urtarla si allontanò, come un cavallo ombroso, guardandola furtivamente e selvaggiamente. Anche ella, per un mezzo secondo, aveva levato gli occhi, guardandolo con un’espressione di preghiera e di angoscia....

«Buongiorno signorina Gaud!»

«Buongiorno signor Yann» — rispose lei.

E fu tutto. Ella continuò la sua strada, ancora tremando, ma sentendo a poco a poco, a misura che egli si allontanava, il sangue riprendere il suo corso, e la forza ritornarle....

A casa, trovò la vecchia Moan, seduta in un angolo, con la testa nelle mani che piangeva, che faceva il suo hi, hi, hi, di piccolo fanciullo, tutta spettinata, con la [p. 102 modifica]sua coda di capelli caduta dal serra-testa simile a una magra matassa di canape grigia:

Ah mia buona Gaud — ho incontrato il «figlio di Gaos» a Plouberzel mentre raccoglievo le mie legna; allora abbiamo parlato del mio piccolo, tu capisci. Essi sono arrivati questa mattina d’Islanda e, a mezzogiorno è venuto a trovarmi, quando io non c’ero. Povero giovane! Aveva le lacrime agli occhi anche lui... Ha voluto accompagnarmi fino alla mia porta per portare il mio fascio di legna......

Ella ascoltava ciò, in piedi ed il suo cuore si stringeva sempre di più; così quella visita di Yann su cui ella aveva tanto contato per dirgli tante cose, era già fatta e senza dubbio non si rinnoverebbe più; era finito....

Allora la casetta le sembrò più desolata, la miseria più dura, il mondo più vuoto — ed abbassò la testa con un desiderio di morire.