Per la liberazione d'Italia (Lucas)
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Pur vi torno a riveder!
Trema in petto, e si confonde
4L’alma oppressa dal piacer.
Tua bellezza, che di pianti
Fonte amara ognor ti fu,
Di stranieri e crudi amanti
8T’avea posta in servitù.
Ma bugiarda e mal sicura
La speranza fia de’ re;
Il giardino di natura,
12No, pei barbari non è.
Bonaparte al tuo periglio
Dal mar libico volò;
Vide il pianto del tuo ciglio,
16E il suo fulmine impugnò.
Tremâr l’Alpi, e stupefatte
Suoni umani replicâr,
E l’eterne nevi intatte
20D’armi e armati fiammeggiâr.
Del baleno al par veloce
Scese il Forte, e non s’udì;
Chè men ratto il vol, la voce
24Della Fama lo seguì.
D’ostil sangue i vasti campi
Di Marengo intiepidir;
E de’ bronzi ai tuoni, ai lampi
28L’onde attonite fuggir.
Di Marengo la pianura
Al nemico tomba diè:
Il giardino di natura,
32No, pei barbari non è.
Bella Italia, amate sponde,
Pur vi torno a riveder!
Trema in petto e si confonde
36L’alma oppressa dal piacer.
Volgi l’onda al mar spedita,
O de’ fiumi algoso re;
Dinne all’Adria che finita
40La gran lite ancor non è.
Di’ che l’asta il Franco Marte
Ancor fissa al suol non ha;
Di’ che dove è Bonaparte
44Sta vittoria e libertà.
Libertà, principio e fonte
Del coraggio e dell’onor,
Che il piè in terra, in ciel la fronte,
48Sei del mondo il primo amor;
Questo lauro al crin circonda:
Virtù patria lo nutrì,
E Dessaix la sacra fronda
52Del suo sangue colorì.
Su quel lauro in chiome sparte
Pianse Francia e palpitò.
Non lo pianse Bonaparte,
56Ma invidiollo e sospirò.
Ombra illustre, ti conforti
Quell’invidia e quel sospir:
Visse assai chi ’l duol de’ forti
60Meritò nel suo morir.
Ve’ sull'Alpi doloroso
Della patria il santo amor
Alle membra dar riposo
64Che fur velo al tuo gran cor!
L’ali il Tempo riverenti
Al tuo piede abbasserà;
Fremeran procelle e venti,
68E la tomba tua starà.
Per la cozia orrenda valle
Usa i nembi a calpestar,
Torva l’ombra d’Anniballe
72Verrà teco a ragionar.
Chiederà di quell’ardito
Che secondo l’Alpe aprì.
Tu gli mostra il varco a dito,
76E rispondi al fier così:
‘ Di prontezza e di coraggio
Te quel grande superò:
Afro, cedi al suo paraggio;
80Tu scendesti, ed ei volò.
Tu dell’itale contrade
Abborrito destruttor:
Ei le torna in libertade,
84E ne porta seco il cor.
Di civili eterne risse
Tu a Cartago rea cagion:
Ei placolle, c le sconfisse
88Col sorriso e col perdon.
Che più chiedi? Tu ruina,
Ei salvezza al patrio suol.
Afro, cedi e il ciglio inchina;
92Muore ogni astro in faccia al sol.’