Per il bombardamento di Genova
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GENOVA mia, se con asciutto ciglio
Piagato e guasto il tuo bel corpo io miro,
Non è poca pietà d’ingrato figlio,
Ma ribello mi sembra ogni sospiro.
La maestà di tue ruine ammiro,
Trofei della costanza e del consiglio:
Ovunque io volgo i passi o il guardo giro
Incontro il tuo valor nel tuo periglio.
Più val d’ogni vittoria un bel soffrire;
E contr’ai fieri alta vendetta fai
Col vederti distrutta, e nol sentire:
Anzi girar la Libertà mirai
E baciar lieta ogni ruina, e dire:
‘Ruine sì, ma servitù non mai.’