Pensieri e giudizi/V/XVII

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XVII. 1

16 settembre 1907.

Sperare che il summum bonum della vita sociale ci possa venir concesso o agevolato dagli Unti del Signore, mi pare illusione pietosa; e, se penso che il più fervido promotore e attore della commedia dell’Aia è il macellatore del suo popolo, la mia diffidenza si muta in orrore.

Imperi fondati su ciò che il Voltaire chiamava (forse ironicamente) le droit de conquête et le droit de naissance, poggiano su le baionette (poco comodamente, se vogliamo), ma senza tal sostegno andrebbero tutti in rovina. Gli eserciti che dissanguano le nazioni non sono tanto mantenuti per guerreggiarsi tra loro, quanto per opprimere il popolo che del suo migliore sangue li alimenta.

Per questo io considero l’antimilitarismo come precursore della pace. La quale interessa unicamente ai popoli, non ai sovrani; e alla quale i popoli giungeranno, dopo d’essersi sbarazzati di tutti gl’inciampi che per grazia di Dio si oppongono alla giustizia, alla libertà e alla prosperità del genere umano.

Note

  1. Per il Congresso della Pace, a Perugia.