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V.

febbraio 1899.


Come v’è nella natura una legge che condanna gl’ibridi all’impotenza, così v’è nella società una forza di selezione onde i pervertimenti naturali sono condannati ed eliminati.

Abbiano le donne libertà ed egualità giuridica illimitata, ma non pretendano uscire impunemente dal proprio campo. La natura le ridurrà in poco, senza che pur se ne avvedano, nei limiti di quelle operazioni a cui le ha destinate. Le donne con la laurea, con la toga o con l’elmo saranno sempre delle eccezioni sparute: qualcuna, per condizioni speciali, ammirevole: le altre, oggetto perpetuo di compassione e di riso a quanti non abbiano fuor di posto il cervello.