Pensieri e discorsi/La messa d'oro/IX
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IX.
Là dentro, il buon candido vecchio, giunto all’estremo della sua vita, alza una ostia pura. È un rito antichissimo, più che millenario; d’altri tempi! D’altri tempi, sì, in cui la scienza era molto bambina e la folgore non era, davvero, domata. Eppure... Eppure quel vecchio che alza l’ostia, ha inoltre, per più di settant’anni, alzato sè stesso, elevata la sua umanità, per quel tratto di cielo che i millenni e i millenni fecero superare all’anima nostra, si è affinato e purificato in modo da non veder più e non pensar più la selva oscura e la bestia selvaggia dell’origine, e da sentire, in alto in alto, quel che noi non sentiamo ancora e non sentiremo forse mai... Ma lasciateci, dunque, entrare! Scuotiti dalla tua estasi tu, o sacerdote dell’Alto, e volgiti a dire le parole degli angeli, con le quali essi aprirono l’Era del Cristo, e le quali costoro qui del vestibolo dimenticano: Pace agli uomini di buona volontà! Ognuno entri con la fede che può, con la speranza che sa, pur che in lui sia l’amore; e l’amore vi è in ognuno, s’egli è uomo, perchè l’uomo vuol essere uomo, non ostante che la bestia che è in lui, voglia anch’essa rimaner bestia!