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- È in tavola.

Nana aveva accettato il braccio di Steiner, senza badare ad un movimento del vecchio, che si diè a caminar solo dietro di lei.

Non si poté, del resto, uscire con ordine.

Uomini e donne entrarono in sala, sbandati, celiando con bonarietà su quella mancanza di etichetta.

Una gran tavola s’alungava da un capo all’altro della vasta.

stanza sgombra di mobili; e questa tavola era ancora troppo ristretta, poichè i piatti si toccavano.

Quattro candelabri a dieci candele rischiaravano la tavola, un trionfo inargentato con mazzi di fiori a destra ed a sinistra..

Era un lusso da trattoria; porcellane a filetti dorati, senza

cifra, argenteria consumata e priva di lucentezza pel troppo:

uso, cristalli le cui dozzine scompagnate sì potevano stadi tare in tutti i bazar.

Qaesto rivelava una casa messa su troppo in fretta, in un:

repentino sorriso di fortuna, e quando nulla ancora sì trovara @ posto.

Mancava una lumiera: candela bi lo cui altissime candele ancora non ardevano bene, mettavano una luce pallida e giallastra al disopra delle alzate, delle compostiere, delle coppe, ove le frutta, i PESEOGI, le confetture si.altermavano.

simmetricamente.

— Sapete, disse Nana, ognuno si colloca come vuole.... È.

più divertente.

- Lei stava ritta a capo della tavola.

Il vecchio signore sconosciuto le si era messo alla destra,.

mentre ella tratteneva Steiner alla sua sinistra.

Parecchi convitati sedevano già, allorchè delle bestammie partirono dal salottino.

Era Bordenave, dimenticato, il quale sudava sangue per alzarsi dai suoi seggioloni, e sbraitava chiamando quella.

rozza di Simona, scappata con gli altri.

Le signore accorsero, piene di compassione, pietose, e finalmente apparve, sorretto, portato da Garolina, Clarissa,, Tatan Néné, Maria Blond.

Vi fu un tramenìo interminabile per collocarlo.