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— Si direbbe dello zuccaro, mormorò Giorgio col suo riso da bamboccio goloso.

Un lacchè, noleggiato per quella notte, introduceva gli invitati nel salottino, ove erano rimaste quattro sole poltrone per potervi accàlear la gente.

Dalla gran sala vicina giungeva un tintinnio di argenteria rimestata e di porcellana, mentre, sotto l’uscio, splendore una larga striscia di luce.

Nana, entrando, trovò già sprofondata nel suo sagioiona Clarissa Besnus, condottavi da Faloise.

— Come! sei tu la prima? disse Nana, che dopo i suoi trionfi la trattava con famigliarità.

— Eh! gli è lui, replicò Clarissa imbronciata, addittando La Faloise. Ha sempre paura di non arrivare in punto.,.. Se gli avessi dato retta, non avrei nemmeno avuto il tempo di levarmi la parucca ed il rossetto.

Il giovane, che vedeva Nana per la prima volta, le faceva inchini @ complimenti, parlando del cugino, celando il suo turbamento sotto un’esagerazione di cortesia.

Ma Nana, senza badargli, senza conoscerlo, gli strinse la mano e s’inoltrò con prontezza verso Rosa Mignon ai i lacchè annunziava.

D’un colpo si fece distintissima,

— Ah! cara signora, come siete gentile... Mi premeva tanto di avervi!

_ — Son io la più felice, vi assicuro, disse Rosa, egualmente piena di amabilità.

— Sedete, ve ne prego. Non vi occorre nulla?

’— Nulla, grazie, Ah! Ho scordato il ventaglio nella ja:

liccia. Steiner, cercate nella tasca destra i

Steiner e Mignon erano entrati dietro Rosa. Il banchiere uscì e tornò col ventaglio, mentire Mignon abbracciava fraternamente Nana e costringeva Rosa a far altrettauto. Non gi era forse tutti d’una stessa famiglia nell’arte? Poi ammiccò, come per incorraggiare Steiner..

- Ma costui, turbato dalla limpida occhiata di Rosa, si limitò a deporre un bacio sulla mano della faanciulla.

In quel momento il conte di Vandeuvres comparve con

Bianca di Sivry.