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Fauchery, rimasto solo, si decise ad avvicinarsi al caminetto appunto mentre la signora di Jopcequoy dichiarava che non poteva sentire una nota di Weber, senza veder tosto dei laghi, delle selve, e sorgere l’aurora su campi roridi di rugiada; ma una mano gli toccò la spalla mentre una voce mormorò dietro di lui:

— Non siete punto gentile.

— Perchè? chiese voltandosi e riconoscendo la Faloise.

— Quella cena, per domani... avresti ben potuto farmi invitare.

Fauchery stava finalmente per rispondere, quando Vandeuvres tornò e gli disse:

— A quanto pare, disse piano, quella donna non è di Foucarmont, è appicicata a quel signore laggiù... Non potrà venîre! Che disdetta! Ma ad ogni modo ho reclutato Foucarmont che procurerà di aver Luisa del Palazzo Reale.

— Signore di Vandeuvres, chiese la signora Chantereau che alzava la voce, non è vero che hanno fischiato Wagner, domenica?

— 0h! in un modo atroce, signora, rispose lui inoltrandosi con la solita squisita cortesia.

Poi, siccome non lo si tratteneva, tornò addietro dicendo;

— Ne recluterò qualche altro.. quei giovinotti debbono conoscere delle ragazze.

E sorridente, cortese, si diè ad appiccar conversazione con pi; uomini entrando in ogni crocchio, bisbigliando una frase in ogni orecchio, voltandosi con continuo ammiccar degli occhi e segni d’intelligenza.

Era come una parola d’ordine che distribuiva con quel suo fare disinvolto. La frase andava in giro, si fissava il ritrovo; mentre le dissertazioni sentimentati delle signore sulla musica coprivano il febbrile sussurrio di quel complotio.

— No, non ci parlate dei vostri tedeschi, ripeteva la Chantereau. Il canto è l’allegria, è la luce.... Avete sentita la Patti nel Barbiere.

— Deliziosa, mormorò Leonilda, la quale non strimpellava che motivi d’operetta su] suo pianoforte.

La contessa Sabina, intanto, aveva sonato.