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quella piccola signora Chezelles, che senz'altro chiamava Leonilda.

— Una briccona; diceva egli abbassando la voce, dietro le poltrone delle signore. Fauchery la guardàva’, strette nella lunga veste di raso cilestrino, biazarramente seduta in un angolo del seggiolone, suella ed audace come: un giovincello, e finiva per esser sorpreso di vederla lì: c’era maggior dignità di contegno in casa di Carolina Héquet, ove sua madreaveva introdotto molto ordine e gravità,

Bra tutto un argomento di cronaca: Che strana società quella di Parigi! I ritrovi più austeri erano invasi dal vizio. Senza dubbio, quel silenzioso Teofilo Venot, che si accontentava di sorridere, mostrando i denti guasti, doveva essere un legato della defunta contessa, come pure le signore mature, la Chantercau, Joncquoy ed:i quattro o cinque vecchi immobili negli angoli. Il conte Muffat conduceva dei funzionari, aventi quella compostezza corretta che si esigeva dagli uomini alle Tuilleries: fra gli altri il capo divisione, sempre solo in mezzo alla sala, le guancie ben sbarbate, lo sguardo spento, stringato nel suo abito al punto da non poter arrischiare un gesto.

Quasi tutti i giovanotti ed alcuni personaggi di maniere aristocratiche, erano conoscenze del marchese di Chouard, il quale, benchè entrato nel Consiglio di Stato accettando Bonaparte, aveva serbato però dei rapporti non interrotti col partito legittimista. Rimanevano Leonilda di Chezelles, Steiner, tutto un gruppo equivoco, sul quale la signora Hugon spiccava con la sua severità di vecchia affabile, e Fauchery, che pensava al.suo articolo, chiamava quello, l’angolo della contessa Sabina.

— Un’altra volta, continuava Steiner, con voce più bassa, Leonilda ha fatto venire il suo tenore a Montauban. Essaabitava il castello dì Beaurecueil, due leghe più in là; e tutti i giorni veniva a trovarlo in carrozza a due cavalli, al Leon d’Oro, dove era alloggiato... la carrozza l’aspettava alla porta, Leonilda restava delle ore intere, mentre la gente s’adunava a guardar i cavalli.

S’era fatto silenzio; vi furono, sotto l'alta volta, alcuni secondi di quiete solenne,