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spinto da una curiosità sensuale; giacchè l'amico suo era rimasto al Messico, chi sa? bisognava vedere. Era una stoltezza senza dubbio; solamente l'idea lo tormentava, si sentiva attirato per un risveglio d’istinti viziosi.

Il seggiolone aveva un’aria capricciosa, una spalliera arrovesciata che gli piacevano, adesso.

— E così? andiamo? chiese la Faloise il quale si riprometteva di farsi dire di fuori il nome della donna da cpi si cenava.

— A momenti, rispose Fanchery. E non s’’affrettò più, pigliando per pretesto verso sè stesso l’invito di cui era incaricato, e che non era punto facile di fare.

Le signore parlavano d’una vestizione, una cerimonia molto commovente, che metteva in emozione tutta la Parigi mondana, da tre giorni. Era la figlia maggiore della baronessa di Fougerey, che era entrata nelle Carmelitane, chiamatavi da una vocazione irresistibile. Lo signora Chantereau, parente lontana dei Fougerey, raccontava che il giorno dopo la cerimonia, la baronessa ayeva dovuto mettersi a letto, tanto era soffocata dal pianto.

— Io aveva un buonissimo posto, dichiarò Leonilda; ho trovato la cosa curiosa.

Tuttavia la signora Hugon compiangeva la povera madre’ Qual dolore perdere così una figlia?

— Mi accusano d’essere bigotta, disse con la sua placida franchezza; ciò non m’impedisce di trovare assai crudeli le ragazze che s’ostinano in un simile suicidio.

— AR! sì, è tremendo mormorò la contessa, con un lieve brividfo di freddolosa, rannicchiandosi ancor più in fondo al suo seggiolone, davanti al fuoco.

Nacque allora una discussione fra le signore, ma le loro voci rimanevano sommesse ed, a volte, lievi risate rompevano la gravità della conversazione.

Le due lampade del camino, coperte di trina rosea, le rischiaravano debolmente, e non v’erano sui mobili lontani che tre altre FIRPAA che I CIATRNO l’ampia sala in una dolce ombra.

Steiner s’annoiava: Resina a Fauchery un AVIDO di