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Un bel regalo che ha fatto alla moglie... Ah, poverina! Come la deve aver annoiata! Scommetto che non sa nulla al mondo...

Appunto allora la contessa Sabina gli parlava.

Egli non l’udì, tanto il caso di Muffat gli sembrava straordinario e burlesco, sicchè le toccò ripetere la domanda.

— Signor Fauchery, non è vero che avete pubblicato un ritratto di Bismarck? Gli avete mai parlato?

Egli si alzò rapidamente e s’accostò al circolo delle signore, procurando di ricomporsi, e rispondendo con perfetta disinvoltura:

— Dio mio! signora, confesso di aver scritto quel ritratto sopra alcune biografie pubblicate in Germania. Non ho mai veduto il conte di Bismarck.

Rimase accanto alla contessa, ma pur ciarlando con lei, continuava le riflessioni di prima.

Non mostrava la sua età; le si sarebbero dati ventott’anni al più, ed aveva poi una fiamma di gioventù nelle pupille, che lunghe palpebre sommergevano in ombra azzurrina. Cresciuta in una famiglia discorde, costretta a stare un mese presso il marchese di Chouard, ed un mese presso la marchesa, s’era maritata giovanissima, alla morte della madre, spinta probabilmente dal padre, che non voleva Il fastidio della sua presenza.

Un terribile uomo quel marchese; sul suo conto correvano strane voci, nonostante la sua gran divozione.

Fauchery chiese alla contessa se non avrebbe l’onore di salutarlo. Sicuramente, suo padre verrebbe, ma tardissimo, aveva tanto da fare!

Il giornalista che credeva sapere dove il vecchio PREGATO le serate, restò serio.

Ma un neo che notò sulla guancia sinistra della contessa, vicino alla bocca, lo sorprese. Nana aveva lo stesso neo, proprio lo stesso. Era strana!-Sul neo c’erano tre peli: soltanto quei di Nana erano d’oro, mentre quelli della contessa erano d’un nero corvino.

Non importa, quella donna non aveva amanti.

— Ho sempre avuto desiderio di conoscere la regina Augusta, diceva la contessa. Dicono che sia tanto buona, tanto pia... Credete che accompagnerà il re?....

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