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— Corbezzoli! mormorò dopo una pausa, che brigata!

Il campanello aveva echeggiato tre volte, una dietro all’altra. Le vibrazioni si succedevano rapidissime. Ve n’era di timide, che balbettavano colla trepidanza di una prima dichiarazione, di audaci, vibranti, echeggianti sotto un dito brutala; di frettolose che rompevano l’aria con breve fremito.

Un vero scampanìo, diceva Zoè, uno scampanìo tale da porre in rivoluzione il quartiere, una calca d’uomini che l’uno dopo l’altro veniva a premere il bottone d’avorio. Quel burlone di Bordenave aveva dato il ricapito a troppa gente, tutto il teatro della sera prima.

— Ehi, Francesco, avete cinque luigi? interrogò Nana.

Egli diè indietro d’un passo, esaminando la pettinatura, poi, placidamente:

— Cinque luigi? secondo i casi.

-Ah! sapete? riprese lei, se vi occorrono garanzie...

E, senza compire la frase, con un gesto largo indicava le stanze attigue. Francesco prestò i cinque luigi. Zoè nei momenti di respiro entrava per preparare i vestiti della signora.

Cominciò ad abbigliarla, mentre il parrucchiere aspettava volendo dar un’ultima mano alla pettinatura.

Ma il campanello disturbava in ogni momento la cameriera, che lasciava la signora col busto metà allacciato, con una scarpa sola, e, benchè agguerrita, perdeva il capo. Dopo aver messo degli uomini dappertutto, valendosi di ogni angolo, era stata finalmente costretta a metterne tre o quattro insieme, cosa contraria ai suoi principil.

Tanto peggio se si mangiavano l’un l’altro! Così si farebbe posto. E Nana, ben chiusa, nel suo spogliatoio, al sicuro, li canzonava dicendo che li sentiva sbuffare. Dovevano far una bella figura, tutti colla lingua fuori come tanti cagnolini accucciati in circolo. Era il suo trionfo della sera prima che continuava, quel branco d’uomini l’aveva seguita sulle pesta.

— Purchè non rompano nulla, mormorò.

— Cominciava a turbarsi sotto gli aliti ardenti che penetravano dalle fessure, quando Zoè introdusse Labordette, e Nana diè un grido di soddisfazione. Egli voleva parlarle d’un conto regolato per lei, davanti al conciliatore, ma essa, non badandogli, ripeteva: