Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/38


— 34 —


cenni del capo. La camicia le era scesca giù; i capelli sciolti tutt’arruffati le scorrevano sulle spalle..

— Sicuro, mormorò pensosa, ma come si fa ad aspettare?avrò mille seccature oggi. Sentiamo, il portinaio è salito di nuovo stamane?

Allora le due donne parlarono seriamente. Nana doveva tre rate d’affitto, il proprietario minacciava il sequestro. Poi c’era una frotta di creditori, un affitta-vetture, una mercante di biancheria, un sarto, un carbonaio ed altri che ogni giorno venivano a piantarsi sulla panchina dell’anticamera; il carbonaio sopratutto era terribile, gridava per le scale, ma il grosso affanno di Nana era il suo Gigino, un bimbo avuto a sedici anni, che lasciava dalla balia in un villaggio vicino a Rambouillet. Quella donna voleva trecento franchi per rendere Gigino.

Nana, colta da una crisi di amor materno dopo l’ultima visita al bimbo, si disperava di non poter compiere il suo disegno, diventato idea fissa, di pagar la balia e affidar il piccino a sua zia, madama Lerat, a Batignolles, dove lo avrebbe potuto vedere quanto voleva.

Nondimeno la cameriera insinuava che la signora avrebbe dovuto confidare le sue strettezze al vecchio usuraio.

— Eh! gli ho detto tutto, gridò lei. Mi ha risposto che aveva, pel momento troppo forti scadenze. Non vuol dar un centesimo più dei suoi mille franchi il mese.... Il moretto per ora è al verde; credo che abbia perduto al giuoco... In quanto al povero Mimi, avrebbe bisogno lui che gliene prestassero; il ribasso l’ha pulito, non mi può nemmeno più portare dei fiori.

Parlava di Daguenet; nell’abbandono del primo destarsi non avea segreti per Zoè. La quale, abituata a simili confidenze, le riceveva con rispettosa simpatia.

E poi che la signora degnava parlarle dei suoi affari, ella si permetterebbe di dire il suo parere.

Prima di tutto amava molto la signora, per lei aveva lasciato la signora Bianca, o Dio sa se la signora Bianca s’era data attorno per riaverla!