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là, ella stessa. Ma al vederlo così affranto, così sfinito, provò un ultimo senso di compassione.

— To! sei ben conciato, il mio poveraccio!- riprese più dolcemente. Che cos’è accaduto, dunque?... Eh? li hai spiati, ti sei fatto della bile?

Egli non rispondeva, aveva l’aria d’una bestia atterrata da un colpo di mazza. Nondimeno, ella capì che gli mancavano tuttavia le prove; e per farlo riavere alquanto:

— Lo vedi, m’ingannava. Tua moglie è onesta, parola d’onore!... Adesso, mio caro, bisogna ritornare a casa e coricarti. Ne hai bisogno.

Ei non sì mosse.

— Suvvia, vattene! Io non posso tenerti qui. Non avrai forse la pretesa di rimanere a quest’ora?

— Sì, corichiamoci, balbettò lui.

Ella frenò un gesto violento. La pazienza le scappava. Di ventava egli idiota?

— Suvvia, vattene, disse un’altra volta.

— No.

Allora scoppiò, inasprito, ributtata.

— Ma la è cosa stomachevole.... Comprendi un po’ finalmente; ne ho al di sopra degli occhi di te; va a trovar tua moglie che ti fa becco; sì, la ti fa becco.. son io che te lo dico, ora... Là! hai il tuo conto adesso? finirai tu per lasciarmi?

Gli occhi di Muffat si riempirono di lagrime. Giunse le masi mormorando:

— Corichiamoci.

Di subito Nana perdette la testa, strozzata ella stessa, da singhiozzi nervosi. Si abusava di lei, alla fine! Forse che la riguardavano tutte queste storie? Certo, ella aveva messo ogni cura, ogni riguardo possibile nell’istrairlo, per gentilezza. E gli si volevan far pagare i cocci? No, perdinci! no! Aveva buon cuore, ma non fin a quel punto.

— -Sacr....o! ne ho abbastanza! bestemmiava, battendo il pugno sui mobili. Ah! benone! io che mi riteneva, che voleva esser fedele... Ma, caro mio, domani, io sarei ricca, se dicessi una sola parola.