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la tuffava in una tenerezza profonda. Quand’era piccina aveva a lungo desiderato di vivere in un prato con una capra, perchè un giorno, sul rialzò delle fortificazioni, aveva veduto una capra che belava, legata ad un piuolo.

Ora quel podere, tutta quella terra che le appartenevano; le davano una commozione strabocchevole, tanto le sue ambizioni erano state sorpassate. Si sentiva mutata, tornava alla freschezza di sensazioni d’una biricchina, ed alla sera, quando stordita dalla sua giornata vissuta all’aria libera, inebbriata dalla fragranza delle foglie, saliva a raggiungere Zizi, celato dietro la cortina, le sembrava di essere un’educanda in vacanza, che fa una scappata, che tiene una relazione amorosa con qualche cuginetto che deve sposare, e trema al menomo rumore, paventando che i genitori la sorprendano, ed assaporando le deliziose esitanze e gli spaventi pieni di voluttà d’una prima colpa.

A quell’epoca Nana ebbe degli estri da fanciulla sentimentale. Guardava la luna durante le ore intere. Una notte, volle scendere in giardino con Giorgio, quando tutti furono addormentati e passeggiarono sotto gli alberi, e tenendosi allacciati, andarono a coricarsi sull’erba ove la guazza li inzuppò.

Un’altra volta, in camera dopo un silenzio, singhiozzò al collo del fanciullo, balbettando che aveva paura di morire.

Canticchiava spesso a mezza voce una romanza della Lerat piena di fiori e d’uccelli, intenerendosi fino alle lagrime, interrompendosi per stringere Giorgio in un amplesso appassionato, richiedendolo di giuramenti d’eterno amore.

Insomma, era proprio stupida, come lo riconosceva lei stessa, quando entrambi, tornati semplici camerata, sedevano a gambe nude sull’orlo del letto, fumando spagnolette e battendo nel fusto coi calcagni sa i — Ma ciò che finì di sciogliere il cuore di Nana fa l’arrivo di Gigino. La sua crisi di maternità ebbe la violenza di un accesso di pazzia. Portava suo figlio al sole, contemplandolo mentre sgambettava, si rotolava con lui sull’erba, dopo averlo vestito come un principino. Fin dalla prima sera volle tenerlo a dormire vicino a sè, nella camera attigua, dove la