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passando, aveva veduto attraverso un uscio socchiuso, una cameriera che si lavava: e quest’era l’unico ricordo che l’avesse turbato, dalla pubertà fino al suo matrimonio. Nella moglie, poi, aveva trovato una stretta osservanza dei doveri coniugali: nulla più; egli stesso sentiva una specie di repugnanza de vota. Era cresciuto, invecchiava, ignorante delle cose carnali, assoggettato a severe pratiche religiose, regolando la propria vita con rigide norme e precetti. Ed ecco, all’improvviso, lo buttavano in quel camerino d’attrice, davanti a quella ra gazza ignuda. Lui, che non aveva mai veduto la contessa, Muffat mettersi le giarrettiere, assisteva agli intimi partico lari d’una toeletta femminile, in mezzo al disordine dei vasetti e dei bacini, tra profumi sì acuti e tanto dolci. Tutto il suo organismo si rivoltava, la lenta invasione con cui Nana, da qualche tempo, s’impossessava di tutte le sue fibre, lo atter riva, ricordandogli le sue letture pie, le ossessioni diaboliche, che avevano cullata la sua infanzia. Credeva nel diavolo Nana con le sue risatine, il suo seno e il suo dorso, gonfi di vizi, era, in confuso, il diavolo per lui. Ma si proponeva d’esser forte: saprebbe difendersi.

— Allora è cosa intesa, diceva il principe, comodamente sdraiato sul divano: l’anno venturo, voi venite a Londra, (0 noi vi riceviamo così bene, che mai più ritornerete in Francia.

Ah! caro conte voi non apprezzate abbastanza le vostre belle donnine. Ve le ruberemo tutte.

— Ciò non lo sgomenterà punto, mormorò malignamente il marchese di Chouard, pigliando ardire nell’intimità. Il conte è la virtù personificata.

Nell’udir menzionar la sua virtù, Nana volse una sì strana occhiata su Muffat, che questi ne fu indispettito. Poi quel dispetto lo meravigliò e lo irritò contro sè stesso. Perchè l’idea d’esser virtuoso lo sturbava cotanto, in presenza di quella ragazza? Avrebbe voluto picchiarla, "Ma Nana, rel’ voler prendere un pennello, l’aveva lasciato cadere; e mentre ella si chipava, lui si scagliava avanti, i loro aliti si conftsero, i (capelli sciolti di Venere gli piovvero sulle mani. Fa.

una voluttà mista di rimorso, una di quelle voluttà da cat toli co, pel quale la paura dell'inferno aggiunge esca al pec