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disinvolto e contento in quel carnevale degli Dei, in quella mascherata della sovranità, frammezzo a quel popolo di ca meriste e di cortigiane, di istrioni e di figuri che per profes sione mettevano in mostra le donne, Bordenave, rapito da quella scena pensava agli introiti che incasserebbe se sua Altezza avesse acconsentito a comparir così nel secondo atto della Bionda Venere.

— Ehi! voi altri! gridò, ridiventando famigliare, se facessimo calar giù tutte le mie donnine?

Nana non volle. Anche lei però perdeva il riserbo. La faccia

+ grottesca di Fontan, l’adescava; stropicciandosegli contro, covandolo collo sguardo d’una donna incinta che ha voglia di mangiar una cosa sudicia, cominciò ad un tratto a dargli del tu. ù

— Andiamo, versa, bestione!

Fontan riempì di nuovo i bichieri, e si bevette, ripetendo gli stessi brindisi: i — A sua Altezza!

— All’esercito!

— A Venere!

Ma Nana reclamava il silenzio con un gesto, levò i in alto il bichiere, dicendo:

No, no, a Fontan!.... Gli è la Festa di Fontan, a Fontan?

a Fontan!:

Allora si brindò un terza volta, acclamando Fontan. Il principe, che aveva ossservato come Nana divorasse con gli occhi il brillante, lo salutò.

— Signor Fontan, disse con la sua squisita cortesia, bevo ai vostri trionfi!

Pertanto il soprabito di sua Altezza rasiugava, di dietro il marmo della tavoletta. Quel camerino sembrava il fondo d’un.

alcova, un angusto stanzino da bagno, col vapore dei bacini e delle spugne, l’acuto profumo delle essenze misto all’acidula, inebbriante fragranza -dello sciampagna..

Il principe e Muffat, tra cui Nana era stretta, dovevano.

alzar le mani per non strisciarlo ad ogni gesto i fianchi od il seno. E la Tiby frattanto, senza un goccia di sudore, aspetfava col suo bia stecchito, sia Satin, MISIAHIgllAl: l