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— To, non mica minchione. Io pagar sciampagna..,

D’un tratto ravvisò il principe di cui ignorava la pre“senza; Ss ’interruppe di botto, e assunta ufi’ aria di burlesca “solennità: —

— Il re Dagoberto, disse, è fuori nel corritoio e chiede li.cenza di trincare con Sua Altezza Reale.

Il principe, avendo sorriso, la buffonata fa trovata graziosissima,

Il camerino però era troppo piccino per tuttà quella bri.gata. Convenne pigiarsi;; la Tibye Satin in fondo, gli uomini, stretti intorno a Nana, seminuda, I tre attori avevano ancora il loro costume del secondo atto.

Mentre Prallière si toglieva il suo cappello d’ smmiraglio svizzero, il cui immenso pennacchio non capiva sotto il sof, fitto, Bosc col manto di porpora e la corona di latta, si rinsaldava sulle sue gambe d’ubbriacone, e salutava il principe “come un monarca che riceve il figlio di un potente vicino.

I bicchieri erano pieni; si brindò.

— Bevo alla salute di vostra Altezza! disse il vecchio. Bose regalmente

— All’esercito! soggiunse Prollière.

— 4 Venere! gridò Fontan. ©

mn principe cortesemente scoteva il suo bicchiere. Aspettò salutò tre volte, mormorando:

— Signora... generale... siro...

E vuotò d’un sol fiato il bicchiere.

H conte di Muffat ed il marchese Chouard l’avevano imitato. Non si celiava più: si era a Corte. Quella società da teatro si estendeva alla società reale, in una farsa grave, sotto l’ardente fiammeggiare del gas.

Nana, scordando che era in mutande, con fuori un lembo «di camicia, faceva la gràn dama, la regina Venere che riceveva in intimo convegno i dignitari dello Stato. Ad ogni frase lanciava la parola d’Altezza Reale con profonde riverenzetrattando quei buli di Prullière e di Bose da sovrani, che un ministro generale accompagna.

È nessuno sorrideva alla strana miscela, di quel vero prin.

“cipe, erede di un trono, che beveva lo sciampagna d’un strione,