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Essa sarrischiò ancora qualche moina da ingenua esitante, agitandosi come si sentisse Solleticata, fipetendo:

— Sua Altezza mi fa troppo onore... Prego Sua Altezza di scusarmi, se la ricevo così...

— L’’importuno son io, signora, disse il principe:: ma non ho saputo resistere al desiderio di presentarvi i miei compli_ menti...

Lei allora, tranquillamente, per andare alla toilette, passò in mutande frammezzo a quei signori che le fecero largo, aveva i fianchi molto prominenti, le niutànde si gonfiavano - mentre essa, col seno sporgente, salutava di nuovo col suo

“arguto sorriso.

— All’improvviso parve ravvisare Muffat e gli steso la mano da amica, rimproverandolo poi perchè non era venuto a ceha da lei.

Sua Altezza degnò canzonare Muffat, il quale balbettava»

fremendo, per avere, durante un attimo, tenuto nella sua mano ardente quella manina ancor fresca dall’acqua odorosa in cui s’era tuffata.

"© Il conte aveva pranzato lautamehte dal principe che era un bel mangiatore e buon bevitore. Tutt’e due erano anzi un pochino brilli. Ma si contenevano bene.

Muffat, per celare il suo turbamento, non trovò che una frase sul caldo.

— Dio buono! come si divampa qua! disse. Come fate mai signora, a vivere in una simile temperatara?.

E la conversazione stava per avviarsi così, quando s’’ udi— rono alla porta del camerino delle voci chiassose.

Bordenave scostò l’assicella d’un pertugio a grata, simile a quelli che s’usano nei conventi. Era Fontan, seguito da Prugliè e da Bosc, i quali portavano tutti e tre delle bottiglie sotto il braccio e dei bicchieri in mano. Fontan bussò, gridando che era il giorno della sua festa e che pagava dello sciampagna.

Nana, con uno sguardo, aveva consultato il principe. Ma di certo Sua Altezza non voleva disturbar nessuno, sarebbe felice di prendere parte al divertimento!

Fontan pertanto, senza aspettar licenza, entrava bamboleggiando, ripetendo: n _