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sente venire la sua rimbeccata. L'avvisatore compariva in quella all’uscio.

— Signor Bosc! Signorina Simona! gridò.

Simona si buttò rapidamente in spalla una pelliccia ed uscì. Bose, senza fretta andò a prender la corona, che assicurò in capo, con un colpetto, poi trascinandosi, dietro il mantello, malfermo sulle gambe, se ne andò, brontolande, col fare indispettito d’un uomo che vien disturbato.

— Siete stato molto cortese nella vostra ultima appendice, disse Fontan a Fauchery. Ma perchè dite cke i comici sono vanitosi?

— $ì, appunto, ragazzo mio: perchè dici questo? sclamò Mignon, lasciando cadere le sue manaccie sulle esili spalle del giornalista, il quale vacillò.

Prullièbre e Clarissa trattennero una risata. Da qualche tempo, tutta la compagnia si divertiva d’una commedia che aveva luogo nelle quinte. Mignon furibondo pel capriecio della moglie, indispettito dal veder che Fauchery non procacciava alla famiglia altro vantaggio che quello d’una pubblicità poco seria, aveva ideato di vendicarsi di lui a furia di dimostrazioni amichevoli: ogni sera, quando lo incontrava nelle quinte, si divertiva a picchiarlo e tormentarlo, come trasportato da un eccesso di tenerezza; e Fauchery, mingherlino, appetto di quel colosso, era costretto a buscarsi quei buffetti, sorridendo a fior di labbro, per non inimicarsi il marito di Rosa.

— Ah! bulo, voi insultate Fontan! riprese Mignon, sinti nuando la burla. In guardia! Una, due, tre, e giù nel petto

Aveva fatto una spaccata, aveva dato un tal colpo a Fa3uchery., che questi era rimasto per un momento senza fiato, pallido pallido. Ma con un ammiecar d’oschi Clarissa accennava agli altri Rosa Mignon, la quale, ritta sulla soglia, aveva veduta la scena.

Ella mosse incontro a Fauchery, come se non avesse nemmeno scorto il marito, e rizzandosi sulla punta de’ piedi, nude le braccia, nel suo costume da bimba, gli porse, la fronte con “una moina infantile piena di vezzi.

— Buona sera, débé, disse Fauchery, dandole Rael bacio famigliarmente: