Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/11


— 7 —

Ah! volete saper troppo; grido Bordenave, che una ventina d’uomini assediavano di domande. La vedrete. Io me la batto.... Lassù hanno bisogno di me.

Sparve, felice d’aver eccitato il suo pubblico.

Mignon faceva spalluccie, rammentando a Steiner che Rosa l’aspettava per avere il suo parere sul costume che portava nel primo atto.

Non è Lucia quella che scende di carrozza? domandò Faloise a Fauchery.

Era infatti Lucia Stewart, una donnina brutta, sui quarant’anni, col collo troppo lungo, la faccia magra, tirata, la bocca dalle grosse labbra, ma così viva, così aggraziata, che aveva un gran fascino,

Conduceva seco Carolina Héquet una bellezza pura e fredda, colla madre, donna dignitosissima e dell’aspetto d’un animale impagliato.

— Vieni con noi, t’ho serbato un posto, disse a Fauchery.

― Ah! quanto a questo poi no: per nop veder niente! rispose lui: ho la mia poltrona: la preferisco.

Lucia andò in collera. Non osava forse mostrarsi con lei? Poi calmata ad un tratto, saltando ad altro argomento:

— Perché non mi hai detto che conosci Nana?

— Nana? non l’ho mai veduta.

— Davvero? Mi hanno giurato che l’avevi avuta.

Fauchery si diè a ridere.

Ma davanti a loro, Mignon, con un dito sulle labbra faceva cenno di star zitti. E, ad una domanda di Lucia, le addito un giovine che passava, mormorando:

— Il ganzo di Nana.

Tutti lo guardarono: era piacente. Fauchery lo riconobbe si chiamava Daguenet; un ragazzo che s’era mangiato trecento mila lire colle donne, e che ora giuocava alla Borsa per pagare a quando a quando un mazzo di fiori o una cena a qualche bella. Lucia trovo che aveva begli occhi.

Ah! ecco Bianca! grido d’un tratto; è lei che mi aveva detto che avevi avuto Nana.

Bianca di Sivry, una ragazzotta bionda, il cui bel viso si veniva guastando per grassezza, arrivava insieme ad un uomo segaligno, molto distinto, accuratissimo nel vestire.