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ta, poi aiuto, poi capo della sezione delle sete, era divenuto uno dei luogotenenti del padrone, il piú caro a lui e il piú ascoltato, uno dei sei azionisti che lo aiutavano a mandare innanzi il Paradiso delle signore; specie di Consiglio di ministri sotto un re assoluto. Ciascun di loro aveva il governo di una provincia; al Bourdoncle spettava il sorvegliarli tutti.

— E voi, — riprese egli familiarmente — avete dormito bene?

Quando il Mouret ebbe risposto che non era andato a letto, il Bourdoncle scrollò il capo mormorando:

— Cattivo sistema di vita.

— E perché? — disse l’altro allegramente. — Sono meno stanco di voi, caro mio, che avete gli occhi pieni di sonno; a forza di fare il sant’uomo, ingrassate troppo... Divertitevi, divertitevi e avrete la testa piú sveglia!

Era questa la loro consueta amichevole disputa. Il Bourdoncle da principio aveva picchiato le amanti perché, asseriva, non lo lasciavano dormire. Ora diceva di odiare le donne; ma aveva senza dubbio degli amoretti dei quali non diceva verbo, tanto poco posto prendevano nella sua vita; si contentava di fare spendere, lí nel magazzino, piú che potesse le clienti, con un vero disprezzo per la loro frivolità nel rovinarsi a furia di cenci. Il Mouret, invece, ostentava grandi ammirazioni, estasiandosi dinanzi alle donne, e passando, senza mettere tempo in mezzo, da un amore a un altro. Codeste passioncelle aiutavano, diffondevano il suo commercio; si sarebbe detto che carezzasse insieme tutte le donne per meglio sbalordirle e dominarle.


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