Pagina:Zola - Il paradiso delle signore - 1936 - Mondadori.pdf/537

XIV

L

a Via Dieci Dicembre, con le case intonacate allora e con gli ultimi palchi di qualche fabbricato in ritardo, si stendeva nella sua novità sotto un limpido sole di febbraio; le carrozze passavano trionfalmente in mezzo a quella striscia di luce che tagliava l’ombra umida del vecchio quartiere di San Rocco; e tra Via della Michodière e Via Choiseul c’era una calca eccitata da un mese di pubblicità, con gli occhi alzati davanti alla facciata monumentale del Paradiso delle signore, che doveva essere inaugurata quel lunedí stesso, con una grande esposizione di biancheria. La facciata s’alzava nella sua gaia freschezza, a vari colori, con dorature; e ben annunziava il chiasso del commercio interno, attirando gli occhi come un’immensa vetrina splendida dei piú vivaci colori. A pianterreno, per non far sfigurare le stoffe delle vetrine, gli ornamenti eran sobri: uno zoccolo di marmo verde, i pilastri d’angolo e d’appoggio coperti di marmo nero, rallegrato da dorature; e il resto tutto a cristalli che pareva aprissero la profondità delle gallerie e delle sale alla luce piena della via. Ma piú salivano i piani, piú le tinte eran chiare e splendenti. Il cornicione del pianterreno era a mo-


535