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il paradiso delle signore

brava che scivolasse verso il niente; soltanto quei due occhi a stella luccicavano sulla disgra zia brutale e improvvisa, avvenuta sul lastrico di Parigi. Finalmente la Robineau poté spiccicare qualche parola:

— Oh, amor mio... amor mio... amor mio!

Ma non sapeva dire altro, e il disgraziato, col ventre di madre che si schiacciava sulla let tiga, si sentí soffocare, e, preso dai rimorsi, disse tutto. Quando non si moveva, sentiva soltanto il piombo ardente delle sue gambe.

— Perdonami, dovevo essere pazzo... Quando il procuratore mi ha detto, davanti al Gaujean, che domani saranno apposti i suggelli, ho visto come delle fiamme che mi ballassero davanti, come se i muri ardessero... E poi, non mi ricordo piú di nulla: venivo giú per Via della Michodière, e mi pareva che tutti quelli del Paradiso mi canzonassero; quella immensa baracca mi schiacciava... E passato un omnibus; ho pensato al Lhomme e al suo braccio, e mi son buttato là sotto.

La Robineau era a poco a poco caduta a sedere sull’impiantito, inorridita. Dio mio! s’era voluto ammazzare! E afferrò la mano di Dionisia, che s’era chinata verso di lei, sconvolta da quella scena. Il ferito, spossato dalla commozione, era da capo svenuto. E il medico che ancora non arrivava! Due uomini l’avevano già cercato dappertutto; anche il portinaio era andato a vedere di trovarne uno.

— Non vi disperate cosí!... — ripeteva Dionisia senza accorgersene, e singhiozzava anche lei.

Allora la Robineau, seduta per terra, con la


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