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zola

laio, cullata com’era melanconicamente dal moto del legno.

— Guardate un po’ se la polizia non dovrebbe far libera la pubblica strada!... È piú d’un anno e mezzo che son lí con la loro facciata; anche ieri l’altro ce n’è morto uno. Che glien’importa a loro? quando vorranno allargare da capo, metteranno dei ponti sopra le strade... Dicono che siate duemilasettecento impiegati; e che quest’anno gli affari saranno per un centinaio di milioni!... Cento milioni! cento milioni!

Dionisia non sapeva che rispondere. Il corteo era entrato in Via Chaussée-d’Antin, e andava adagio adagio per le carrozze; il Bourras seguitò, con gli occhi smarriti, come sognasse a voce alta. Del trionfo del Paradiso non si rendeva ancora ragione, ma confessava che il vecchio commercio era bell’e rovinato:

— Il povero Robineau è fritto: pare uno che stia per annegare... E i Bédoré, e i Vanpouilles non stan mica meglio! Son come me, hanno le gambe malate. Il Deslignières un giorno o l’altro creperà d’un accidente; il Piot e il Rivoire han l’itterizia. Siamo proprio carini! bel corteo di carcasse si fa a quella povera piccina! Dev’essere un bel vedere quest’accompagnamento di falliti... E pare che degli altri ne debban buscare. Quei briganti hanno messo su i fiori, le mode, i profumi, le scarpe, che so io? Il Grognet, profumiere in Via Grammont, si può preparare a sgombrare; e non darei dieci franchi pel calzolaio Naud, in Via d’Antin. Questa maledizione arriva fino in Via Sant’Anna, dove il Lacassagne con i suoi fiori e le sue penne, e la Chadeuil, che pure fa dei cappelli molto rinomati, tra due anni saranno bell’e sepolti... E


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