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rapida e triste del falso lusso impiastricciato su rovine. Con tutto ciò, se le screpolature ricomparivano, se le macchie di umido avevano vinte le dorature sovrapposte, la casa stava ritta ancora, aggrappata ostinatamente ai fianchi del Paradiso delle signore, come una pustola vergognosa che, putrida e già rotta, non volesse ancora cadere.

— Birbanti! — brontolò il Bourras — non vogliono neppure che la portino via!

Il carro che alla fine giungeva s’era arrotato con un carrozzino del Paradiso che rapidamente passava al trotto di due bei cavalli, splendente nella nebbia per le sue vernici. E il vecchio lanciò a Dionisia un’occhiata di traverso, accesa sotto le ciglia irte.

L’accompagnamento si mosse adagio adagio, sguazzacchiando nelle pozze, nel silenzio dei legni e degli omnibus fermati all’improvviso. Quando il carro parato di bianco traversò Piazza Gaillon, sguardi pieni d’odio si ficcarono un’altra volta dietro i vetri del grande magazzino, donde soltanto due ragazze stavano a guardare, contente di quella distrazione. Il Baudu teneva dietro al carro, con passo pesante, quasi macchinalmente: d’un gesto aveva rifiutato l’appoggio di Gianni che gli camminava accanto. Poi, dopo la gente, venivano tre carrozze da lutto. Nel traversare Via Nuova dei PetitsChamps, il Robineau accorse a unirsi al corteo, pallido, invecchiato.

A San Rocco c’eran molte donne ad aspettare; le piccole commercianti del quartiere, che avevano avuto paura della folla. La dimostrazione diventava quasi una sommossa; e quando, dopo l’officio funebre, il carro ricominciò a an-


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