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alla fine. — Vi giuro che tutte queste son calunnie... indegne calunnie... Quel povero diavolo è innocente anche lui come me.

E teneva gli occhi limpidi alti e dritti con la sua bella franchezza.

— Va bene; vi credo, — mormorò lui — non manderò via nessuno, dacché pigliate tutti sotto la vostra protezione... Ma allora, se non volete bene a nessuno, perché respingete me?

Un improvviso imbarazzo, un inquieto pudore, s’impadronirono di lei.

— Volete bene a qualcuno? — ripigliò il Mouret con voce tremante. — Oh! me lo potete dire; non ho nessun diritto io al vostro amore... Volete bene a qualcuno?

Lei s’era fatta rossa infocata, aveva il cuore sulle labbra; sentiva di non poter dire una bugia, con quella commozione che la tradiva, quella repugnanza a mentire, per cui le si leggeva sul viso la verità:

— Sí, — disse alla fine. — Ve ne prego, lasciatemi andare, ne soffro per voi: mi fate pena.

Toccava ora a lei di soffrire. Non bastava che si dovesse difendere da lui? anche contro se stessa bisognava si difendesse, contro gl’impulsi dell’amore che ogni po’ le toglievano tutto il coraggio. Quando il Mouret parlava in quella maniera, quando lo vedeva tanto commosso, cosí sossopra, non sapeva piú nemmeno lei perché dicesse di no; e soltanto dopo, in fondo alla sua natura di ragazza sana nel corpo e nell’anima, trovava la fierezza e la ragione che la tenevan dritta nella sua ostinazione di vergine. Solo per un istinto di felicità, ella s’incaponiva nel rifiuto: per soddisfare il bisogno di vita tranquilla, non già per obbedire all’idea della virtú. Sareb-


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