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il paradiso delle signore

sezione! era il piú goffo di tutti, ch’ella preferiva a lui, al padrone! perché li aveva visti con gli occhi suoi, lei gli aveva abbandonata la mano, e lui la copriva di baci!

— Son stato troppo buono con voi, signorina — continuò facendo un nuovo sforzo. — D’essere ricompensato cosí non me l’aspettavo davvero!

Dionisia, fin da quando era entrata, aveva posato gli occhi sul ritratto della signora Hédouin, che, nonostante il suo gran turbamento, la teneva ancora sovra pensiero.

Ogni volta ch’entrava nella Direzione, i suoi sguardi s’incrociavano con quelli del ritratto.

Ne aveva un po’ paura, per quanto le paresse di aspetto buona. Quel giorno la vedeva lí quasi a proteggerla.

— È vero, signore, — rispose con dolcezza — ho fatto male a fermarmi a discorrere, e ve ne chiedo scusa... Quel giovinotto è del mio paese.

— Lo caccio via! — urlò il Mouret, che mise tutto il suo dolore in quel grido furioso.

E, fuor di sé, cessando di far la parte del direttore che rimproveri una ragazza per una mancanza contro i regolamenti, si lasciò andare a parole violente.

Non si vergognava? una ragazza come lei, abbandonarsi a un grullo come quello? E venne ad accuse atroci, le rimproverò l’Hutin, e degli altri ancora, con una tal foga di parole che lei non poteva nemmeno difendersi.

Ma voleva far una ripulita! li voleva mandar via tutti a pedate! La serietà che s’era ripromesso di conservare, mentre seguiva il Jouve,


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