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bio. Come! s’era dunque messo ad abbassare i prezzi, a suo capriccio! Ma parve anch’egli cascasse dalle nuvole; non aveva dato nessun ordine; aveva parlato di tal ribasso col Favier, cosí, chiacchierando.

Il Favier prese allora l’aria addolorata d’un impiegato che si vede costretto a contraddire il suo superiore: per altro, se si trattava di salvarlo, lui era pronto a pigliare su di sé la colpa. Le cose si guastarono sempre piú.

— La capite, signor Hutin! — gridava il Mouret — non ho mai tollerati questi tentativi d’indipendenza... Noi soli dobbiamo stabilire i prezzi!

Seguitò, con voce aspra, con manifesta intenzione d’offendere; ciò sorprese i commessi, perché di solito quelle discussioni accadevano in disparte, e il caso poteva anche essere nato da un equivoco. Si sentiva in lui lo sfogo d’un rancore che non voleva confessare. L’aveva colto alla fine in fallo quell’Hutin, che dicevano fosse l’amante di Dionisia! e poteva un po’ sfogarsi facendogli sentire duramente ch’era lui il padrone! Ed esagerava, insinuando perfino che quel ribasso di prezzi nascondesse intenzioni poco oneste.

— Ma io — ripeteva l’Hutin — vi volevo parlare di questo ribasso!... È necessario, perché i velluti, come sapete, non sono andati.

Il Mouret volle farla finita, con un’altra insolenza:

— Sta bene, esamineremo la cosa. E se volete restar qui, non ricominciate!

Gli voltò le spalle. L’Hutin sbalordito, furibondo, non avendo altri che il Favier per sfo-


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