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il paradiso delle signore


Lo scandalo, nondimeno, si fermò lí. Soltanto il Mignot fu mandato via su due piedi.

Alberto non scomparve che due giorni dopo; la signora Aurelia aveva, senza dubbio, ottenuto che la famiglia non fosse disonorata con uno sfratto improvviso.

Ma il terrore durò ancora per qualche giorno, perché il Mouret, dopo quel caso, aveva passeggiato su e giù per i magazzini, con certi occhi terribili, cacciando via quanti osavano alzare il volto.


— Che fate lí a guardare le mosche?... Alla cassa!

Finalmente la tempesta si rovesciò un giorno sull’Hutin medesimo.

Il Favier, ch’era stato fatto aiuto, cercava di minare il capo e togliergli il posto.

Era la solita arte dei rapporti sottovoce, delle occasioni prese a volo per far cogliere il capo se nulla nulla sbagliasse.

Dunque, una mattina, mentre il Mouret traversava le sete, si fermò sorpreso, a vedere il Favier che cambiava i prezzi di tutta una partita di velluto nero.

— Perché abbassate i prezzi? chi ve l’ha detto?

L’aiuto, che faceva quel lavoro con grande apparato, come se proprio avesse voluto che il direttore ci si fermasse, prevedendo il seguito, rispose con l’aria ingenua di chi è stupito da una domanda:

— È stato il signor Hutin!

Il signor Hutin?... E dov’è il signor Hutin?

E quando questi tornò, chiamato in fretta e furia da un commesso, accadde un vero diver-


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