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signora, le stoffe leggiere per vestiti, e le stoffe più forti da mantelli. Vengono sempre qui per comprare i panni da uomo, i velluti da caccia, le livree: per le flanelle e le felpe, non ce l’hanno mica là un assortimento come il mio!... Ma tenta di fare un ridosso, mi vuol fare arrabbiare con quella sezione dei panni che ha piantato proprio di faccia all’uscio mio. Vi ficca sempre i piú belli oggetti di moda, e li inquadra fra un monte di pezze di stoffa, una vera mostra da ciarlatano fatta apposta per accalappiare le baldracche. In parola d’onore, mi vergognerei a servirmi di quelle armi! Il Vecchio Elbeuf è conosciuto da quasi cent’anni, e non ha bisogno di mettere sull’uscio trappole per i gonzi. Finché sarò vivo io, la bottega resterà come l’ho avuta io, con quattro stoffe in vetrina tanto per mostra, due a destra, due a sinistra, e n’avanza!

Si sentivano commossi tutti. Genoveffa si arrischiò, dopo un poco, a rompere il silenzio:

— I nostri avventori ci voglion bene, babbo. Bisogna sperare... Anche oggi la signora Desforges e la signora De Boves son venute, e aspetto la signora Marty per certe flanelle.

— Io, — dichiarò il Colomban — ho avuto ieri una ordinazione dalla signora Bourdelais; è vero però che m’ha parlato d’una casimirra inglese che di faccia è messa in vendita a cinquanta centesimi meno, e pare che sia compagna alla nostra...

— E dire, — mormorò la signora Baudu con la sua voce stanca — che noi quella casa là l’abbiam vista grande come un fazzoletto! Già, Dionisia mia, quando i Deleuze la fondarono, non aveva che una vetrina su Via Nuova di Sant’A-


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