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zola

stia ferma a guardare e aspettare il capitombolo!... Il Mouret non naviga mica in buone acque, lo so di sicuro. Tutto quel che aveva guadagnato lo ha speso nelle sue pazzie d’ingrandimenti e di pubblicità. Di piú, per trovar capitali, ha pensato di fare in modo che la maggior parte dei suoi impiegati mettano da lui a frutto quel poco che hanno. E ora non ha un soldo, e se non gli riesce di triplicare la vendita, come spera lui, vedrete che affare!... Non sono cattivo, io; ma quel giorno, vi dò la parola d’onore che metto i lumi alle finestre.

Seguitò con voce di vendicatore: pareva che la rovina del Paradiso delle signore dovesse rialzare la decaduta dignità del commercio; s’era mai vista una cosa simile? un negozio di «novità» dove si vendeva di tutto? Ma quello non era un negozio, era un bazar! E gl’impiegati? Carini!... Un mucchio di bellimbusti che lavoravano come se fossero in una stazione, e trattavan mercanzie e avventori come fagotti, piantando il padrone, quando il padrone non piantava loro, per una mezza parola: gente senza cuore, scostumata, ignorante. E lí per lí prese a testimone il Colomban: lui, il Colomban, educato secondo le buone regole, sapeva che, un po’ per volta, si arriva a saperle, tutte e bene, le arti e furberie del mestiere. Non si trattava mica di vender molto, si trattava di vender caro. E lui poteva dirlo com’era stato trattato, come era divenuto uno di casa; e come l’avevan curato quando era stato malato; e gli avevano lavata sempre la roba, gli avevano fatto i rammendi, e poi e poi... sorvegliato paternamente. Insomma gli avevan voluto bene come a un figliuolo. Ecco fatto!


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