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il paradiso delle signore

cose. Il Paradiso delle signore era stato fondato nel 1822 dai fratelli Deleuze. Alla morte del maggiore, la figlia di lui, Carolina, s’era maritata con un figliuolo di un fabbricante di tele, Carlo Hédouin; e dopo, rimasta vedova, aveva sposato quel tale Mouret, portandogli cosí in dote la metà del magazzino. Non erano passati tre mesi che lo zio, il Deleuze, era morto anche lui, senza aver avuto figli. Cosí, quando Carolina aveva lasciate le ossa tra i calcinacci, il Mouret era rimasto erede di tutto, e padrone assoluto del Paradiso. Fortune su fortune!

— Un sognatore, un matto pericoloso che butterà all’aria il quartiere, se lo lascian fare... seguitò il Baudu. — Carolina, ch’era anche lei un po’ romanzesca, rimase presa ai disegni stravaganti di quel brav’uomo. Il fatto si è che le fece comprare la casa a sinistra e poi quella a destra; e ora che è rimasto solo, ne ha comprate altre due; e cosí il magazzino è cresciuto, è cresciuto tanto, che minaccia d’ingoiarci tutti.

Si rivolgeva a Dionisia, ma parlava per sé, rimangiandosi quella storia che non lo lasciava mai in pace. Fra i suoi era bilioso, smanioso, furioso, sempre coi pugni stretti. La signora si appartava, standosene immobile su di una sedia; Genoveffa e il Colomban, con gli occhi bassi, raccattavano e mangiavano distrattamente briciole di pane. Faceva tanto caldo in quell’afa della stanza, che Beppino s’era addormentato, appoggiato alla tavola, e a Gianni gli occhi si chiudevan da sé.

— Pazienza! — riprese il Baudu, invaso a un tratto dalla collera. — Gl’imbroglioni se ne andranno con le corna rotte! Già la gente onesta la vince sempre sulla canaglia, perché basta che


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