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il paradiso delle signore


— Avete fatto male ad aver tanta furia. Tra quindici giorni costerà soltanto dodici franchi! Me non mi ci acchiappano!

E le fece una bella lezione da donna da casa.

I magazzini ribassavano; dunque bastava aspettare. Non dovevano loro guadagnare alle sue spalle, ma lei, invece, a danno loro, approfittando delle vere buone occasioni. Ci si metteva d’impegno, gareggiando di malizia; si vantava perfino di non aver mai lasciato ai magazzini un soldo di guadagno.

— Su! — disse alla fine — ho promesso ai miei bambini di far vedere loro le figure, nella sala grande... Venite con me; si fa in un momento.

La stringa fu subito dimenticata, e la Marty cedé, mentre la De Boves avvertí che voleva far prima il giro del pianterreno: si sarebbero ritrovate lassú. La Bourdelais cercava la scala, quando vide un ascensore, e vi cacciò dentro i bambini per dar loro anche quel divertimento a ufo. La Marty e Valentina entrarono anch’esse nell’angustia della gabbia, dove si sentirono un po’ strette; ma gli specchi, le panchine di velluto, lo sportello di metallo lavorato, le tennero occupate in modo, che arrivarono al primo piano senza accorgersi del dolce salire della macchina. Lí fin dalla prima galleria, si ebbero un altro regalo. Nel passare davanti alle stanze dei rinfreschi, la Bourdelais non si dimenticò di far dare lo sciroppo ai piccini. Era una stanza quadra, con un gran banco: ai due capi da due cannelle scendeva un sottil filo d’acqua; dietro, su palchetti, stavano in fila le bottiglie. Tre garzoni non facevano che lavare ed empire bicchieri. Per tenere in freno l’ingordigia degli av-


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