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il paradiso delle signore


Il Mouret si difese con calore, celando la commozione sotto un’aria di altera noncuranza:

— Lasciate andare! si fa per chiasso! La donna che m’acchiapperà, caro mio, non è nata ancora!

E vedendo che i magazzini finalmente si aprivano, accorse per dare un’occhiata alle sezioni. Il Bourdoncle scoteva la testa. Questa Dionisia, cosí semplice e per benino, cominciava a dargli noia. Una prima volta era riuscito a vincerla, mandandola via; ma era tornata, e tanto potente che la doveva trattare da avversario temibile, restando muto innanzi a lei mentre aspettava di nuovo l’ora sua, se pur fosse tornata ancora.

Il Mouret, cui egli tenne dietro e che raggiunse, gridava nella sala di Via Sant’Agostino in faccia al portone d’ingresso:

— Mi si piglia in giro? Gli ombrelli azzurri avevo detto di metterli tutti attorno!... Presto, buttate all’aria questo bell’altarino!... Sbrigatevi!...

Non volle intendere ragioni; una schiera d’impiegati dové accorrere a disporre altrimenti tutta la mostra degli ombrelli. Vedendo arrivare le clienti, fece perfino chiudere per un momento le porte; e ripeteva che non avrebbe riaperto, piuttosto che lasciar gli ombrelli azzurri là nel mezzo.

Era un rovinare tutto l’ordine studiato da lui stesso. L’Hutin, il Mignot, i piú bravi a far le vetrine, venivano a vedere, alzavan gli occhi; ma, essendo d’una scuola diversa, ostentavano di non capirci nulla.

Finalmente riaprirono, e la gente entrò. Sin dal primo momento, avanti che i magazzini fos-


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