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no. Il Robineau, con le stesse armi dell’avversario, aveva menato gran scalpore di pubblicità su pei giornali: s’era messo inoltre a far le ve trine con quanta piú cura sapeva, ammucchiandovi in colonne enormi la sua seta e annunziandola in cartelloni bianchi dove spiccava a lettere cubitali il prezzo di cinque e cinquanta. Le don ne eran tutte sossopra: due soldi meno che al Paradiso, e la seta pareva anche piú forte! La Marty si comprò, per economia, un vestito di cui non aveva punto bisogno; alla Bourdelais la stoffa parve bella, ma preferí aspettare, prevedendo ciò che avvenne. Infatti, il Mouret, la settimana dopo, ribassò la «Parigi-Paradiso» di venti centesimi: col Bourdoncle e i cointeressati aveva dovuto combattere assai per persuaderli che si vendesse a scapito: quei venti centesimi erano una perdita vera, dacché prima vendevano a prezzo di costo. Il Robineau, che non avrebbe mai creduto a un tale ribasso, perché quei suicidi per la concorrenza che son le vendite a scapito erano ancora senza esempio, fu colpito terribilmente; gli avventori, spinti dal bassissimo prezzo, disertarono da Via Nuova di Sant’Agostino.

Il Gaujean accorse allora da Lione; discussero, e finalmente presero una risoluzione eroica: la seta sarebbe venduta a dieci centesimi meno, a cinque e trenta; era un prezzo sotto il quale non poteva scendere chi non fosse ammattito. E il giorno dopo, il Mouret mise la sua a cinque e venti. Cosí, preso l’aire, si andò a precipizio. Il Robineau vendé a cinque e quindici, il Mouret replicò vendendo a cinque e dieci. Tanto l’uno che l’altro non calavano piú che un soldo per volta, perché perdevano somme grosse per


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