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so! — rispose il Colomban che non aveva ancora siatato e masticava adagio adagio.

Genoveffa, dopo avergli gettata una lunga occhiata, disse alla sua volta:

— Tutto sta nell’intendersi; poi le cose vanno da sé.

Il loro amore era nato e cresciuto in quel pianterreno della vecchia Parigi. Era come un fior di cantina. Da dieci anni ella non conosceva che lui, viveva le giornate intere accanto a lui; dietro gli stessi mucchi di stoffe, in fondo al buio della bottega: e la mattina e la sera si trovavano accanto nel salottino da pranzo, fresco come un pozzo. In mezzo alla campagna, sotto il fogliame, non sarebbero stati piú nascosti e piú soli. Soltanto un sospetto, un timore di gelosia ch’ella s’era data doveva fare accorta la ragazza intera, per sempre, in mezzo a quell’ombra complice, per vuoto di cuore e noia di testa.

Dionisia non pertanto aveva creduto di scorgere un principio d’inquietudine nell’occhiata che Genoveffa aveva gettata al Colomban. E s’affrettò a rispondere garbatamente:

— Oh! quando due si vogliono bene, s’intendono sempre.

Intanto il Baudu sorvegliava la tavola con autorità. Aveva già fatte le parti di certe fettine di formaggio, e, per festeggiare i parenti, chiese dell’altra roba: un vasetto di conserva di ribes, magnificenza che parve stupire il Colomban.

Beppino che fin allora era stato bonissimo si fece scorgere quando vide la conserva. Gianni con gli orecchi tesi finché avevan parlato del matrimonio, guardava ora la cugina che gli pareva troppo gracile, troppo pallida, e che para-


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