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il paradiso delle signore

seppe che avevan mandato via Dionisia, montò sulle furie. Egli, di solito, non se n’occupava mai degl’impiegati; ma questa volta finse di fiutare una ribellione, un tentativo per sottrarsi alla sua autorità. Dunque il padrone non era piú lui? Osavano dare dei comandi? Tutto doveva passare sotto i suoi occhi, tutto! e avrebbe spezzato come un fil di paglia chiunque gli resistesse.

Poi, quando ebbe cercata per conto suo la verità, ci s’arrabbiò piú che mai: la ragazza non aveva mentito; quel giovane era proprio il suo fratello. L’aveva riconosciuto il Campion. E allora perché mandarla via? Parlò perfino di ripigliarla.

Ma il Bourdoncle, forte nella resistenza, sapeva piegarsi sotto la tempesta, e studiava il Mouret.

Finalmente, un giorno che lo vide piú tranquillo, osò dirgli con un certo tono di voce:

— È meglio per tutti, che se ne sia andata!

Il Mouret non trovò lí per lí una risposta, e si fece rosso in viso.

— Chi sa — rispose ridendo — che non abbiate ragione?... Andiamo a vedere come vanno le cose. Non c’è malaccio, pare; ieri si son fatti quasi centomila franchi.


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